Eravamo in 62 all’anteprima nazionale di “Roma”, il nuovo film, premiato con un Leone d’Oro a Venezia, del regista messicano Alfonso Cuarón, due volte premio Oscar per “Gravity”. Teatro Rumore ha letteralmente invaso la galleria del Teatro comunale di Pietrasanta per ammirare l’ultima attesissima opera  di Cuarón e salutare il suo beniamino, che si è fermato a parlare con il pubblico alla fine della proiezione.

Cuarón ci aveva già anticipato alcuni dettagli sorprendenti del film lo scorso giugno, quando ci ha onorato di un incontro – lezione con i bambini e ragazzi di Teatro Rumore, al nostro Festival, a Torre del Lago Puccini. Innanzitutto, per girare “Roma”, si è avvalso di attori non professionisti. Non solo: nessuno, all’infuori di lui, conosceva la sceneggiatura. Quindi giorno per giorno, scena per scena, Alfonso comunicava agli attori-non attori cosa avrebbero dovuto fare.

Come se non bastasse, il film, in bianco e nero, non ha una vera e propria colonna sonora: l’unica musica che si sente è quella che viene suonata da qualcuno sul set (la banda, l’arrotino…) oppure quella che esce dalla radio accesa. Infine, una curiosità: il film è naturalmente autobiografico e la mamma di Alfonso, prima di andarsene, alcuni mesi fa, è riuscita a vederne una bozza. E le è piaciuta.

Un elemento, questo, che rende ancora più preziosa, a nostro modo di vedere, questa grande avventura completamente non convenzionale, sotto ogni punto di vista, che è il film “Roma”.

Anche a noi è piaciuto tantissimo. Coinvolgente, potente, dolce, forte, così chiaro, strano, onirico al tempo stesso, come lo sono i ricordi d’infanzia, ci ha emozionato dall’inizio alla fine. Lo vedremo e rivedremo ancora.